La gradinata piena, i cori incessanti, le bandiere e le sciarpe al vento: al Trastevere Stadium la forza del ‘dodicesimo uomo in campo’, richiamata in tutte le sue interviste dal tecnico Raffaele Di Napoli, ha manifestato tutto il suo potenziale.
Il viaggio a Roma, ‘benedetto’ anche dal tempo, quasi primaverile rispetto ai nuvolosi grigi che hanno avvolto buona parte della Campania, lo hanno fatto in tanti. Oltre settecento. A loro si sono uniti i tanti cavesi che nel Lazio vivono o lavorano da tempo.
Hanno dato spettacolo i tifosi aquilotti e si sono guadagnati gli applausi pure di quelli di casa, al 36’ minuto della prima frazione, quando hanno esposto uno striscione dedicato a Zdenek Zeman (In questo calcio avvolto da continui “misteri” c’è ancora bisogno di uomini veri. Forza Zeman!), costretto nei giorni scorsi a lasciare la panchina del Pescara per motivi di salute.
Hanno vinto loro, sugli spalti. Ha vinto la Cavese, in campo.
Prestazione di sostanza, come tante di questa stagione. Un calcio – per rimanere in tema – distante anni luce da quello del boemo; piuttosto remunerativo fatto di sostanza e temperamento, di difesa ferrea (la seconda meno battuta del girone con appena 16 reti) e presidio degli spazi. Di Napoli ha seguito la strada tracciata da Cinelli. Non ha modificato di una virgola il sistema di gioco e pure la scelta degli uomini non si è discostata dal passato.
Scelta senza dubbio intelligente e non scontata. 
Qualche concetto nuovo, il tecnico partenopeo lo sta introducendo, soprattutto sullo sviluppo in ampiezza della manovra, per offrire agli attaccanti Di Piazza e Foggia un maggior numero di palloni giocabili, negli ultimi 20/25 metri.
Ieri, sulle catene laterali, ha sistemato due terzini di… gamba (Fraraccio e Tropea), più propensi a fiondarsi nella metà campo avversaria e a garantire, in fase di possesso palla, il necessario supporto a mezz’ali e punte.
Solo nell’ultimo tratto della gara, quando c’era da blindare lo 0-1 firmato da Di Piazza, ha gettato nella mischia Megna per arginare le avanzate dei padroni di casa sulla fascia mancina.  
Non è da escludere, che col tempo, il posto di uno dei due ‘quinti’, possa essere occupato da un esterno più offensivo (Sette, Faella, Addessi?), capace di ‘danzare’ sulla linea laterale e saltare l’uomo, ma pure proporsi per vie centrali, creando soluzioni di gioco capaci di far saltare il banco di quelle difese che si chiudono a riccio.
L’alternativa è il cambio di modulo, con il passaggio al 4-3-1-2, come avvenuto già nella gara casalinga con il Gladiator.
Moduli e numeri a parte, serviranno soprattutto testa e gambe nei prossimi impegni.
Il derby con la Nocerina del 10 marzo calamita – non potrebbe essere altrimenti – l’attenzione della gran parte dei tifosi, ma al momento la gara più importante dell’anno è quella con l’Ostia Mare di domenica prossima. 
Mette in palio tre punti, esattamente come quella dello stadio ‘San Francesco’.
E, al momento, hanno la stessa identica importanza.
I laziali, tra l’altro, erano partiti con ambizioni di primato e, pur non avendo più in organico il capocannoniere del girone (Cardella), restano tra i ‘roster’ più qualitativi di tutto il girone G.
Nessun calcolo, quindi. Nessuna fuga in avanti. 
Il treno per la Serie C passerà già domenica. E bisognerà salirci: comodamente o al volo. 
Ma occorrerà farlo.
Per pensare alle altre sfide ci sarà tempo, in abbondanza.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 26 febbraio 2024 alle 13:20
Autore: La Redazione
vedi letture
Print