Mister, una vittoria arrivata al novantesimo, in rimonta, nonostante l’avversario fosse rimasto in dieci uomini per quasi tutta la gara: possiamo dire che è la rivincita perfetta dopo quanto accaduto all'andata? E la sua corsa sotto la curva lo ha dimostrato...
«Sì, questa è stata una vittoria meritatissima, soprattutto per quanto espresso nel primo tempo, dove abbiamo creato almeno quattro nitide occasioni da rete. Nonostante l'inferiorità numerica, abbiamo subito gol, ma siamo stati bravissimi a rientrare in partita e a crederci fino alla fine. Il gol del terzino opposto su cross dell'altro esterno dimostra quanta voglia c'era di vincerla. La corsa sotto la curva? Forse potevo evitarla, ma è stato un gesto liberatorio. Mi sono portato dentro il dolore di una retrocessione passata, e oggi, dopo tanto, ho potuto rimettere una toppa su quella ferita. Questa salvezza, raggiunta sul campo, per me è una gioia immensa».
Dopo mezz'ora ha cambiato modulo, passando al 4-2-3-1. Una scelta tattica dettata dalla situazione? È un'ipotesi che potrebbe rivedersi?
«Dovevamo cambiare. Con il Trapani in dieci, loro hanno stretto le linee e chiuso gli spazi, serviva un uomo tra le linee. Il 4-2-3-1 ci ha aiutato ad aumentare la pressione. Anche in parità numerica, siamo rimasti equilibrati e offensivi. La squadra ha mostrato fame e determinazione. Se vogliamo fare qualcosa di importante, dobbiamo diventare persone importanti. Già da martedì voglio vedere gente pronta a lavorare e a dare tutto per affrontare al meglio il Cerignola».
La ha sorpresa il 3-5-2 iniziale di Torrente?
«Sì, molto. Ci aspettavamo il 4-3-3, come da abitudine di Torrente. Però ieri, durante la rifinitura, abbiamo ipotizzato questo scenario e ci siamo preparati anche su quel modulo. Questo ci ha aiutato, perché i ragazzi sono scesi in campo sapendo cosa fare. Dopo l'espulsione, ovviamente, tutto cambia, ma non è mai semplice affrontare chi si chiude e si difende in blocco».
Nonostante le buone occasioni, nel primo tempo la manovra è sembrata lenta. Quanto ha inciso l'espulsione?
«Ha inciso eccome. Loro si sono chiusi in un 4-4-1 compatto, togliendo ogni spazio. I ragazzi hanno cercato di fare quello che avevamo preparato, ma a volte siamo stati imprecisi negli stop o lenti nel giro palla. Anche così, però, abbiamo creato diverse occasioni e alla fine credo che la vittoria sia stata più che giusta».
Le parole che ha detto poco fa mostrano un forte attaccamento ai colori, alla maglia. Ma tornando al campo: la superiorità numerica non è stata gestita benissimo, il Trapani ha avuto diverse ripartenze.
«È vero, ma ci sta. Noi abbiamo una rosa giovane, quindi qualche errore di gestione può starci. Ma quello che ho visto è stata la voglia di vincere, l'appartenenza, la determinazione. Abbiamo affrontato una signora squadra, avvelenata da quattro sconfitte di fila, e questo rende il nostro successo ancora più prestigioso».
Nel finale, Sorrentino ha avuto due occasioni nitide per chiuderla. In particolare, nella prima, poteva servire il compagno solo davanti alla porta. Lì è mancata lucidità?
«Sì, e gliel'ho già detto. In quelle situazioni la scelta è semplice: si serve il compagno e si chiude la partita. L'errore ci sta, ma può costare caro. Non bisogna lasciarsi prendere dall'ego o dalla foga. Per fortuna è andata bene, ma non possiamo permetterci leggerezze del genere in futuro».
Dopo il KO di Latina del 7 febbraio, è cambiato tutto. Sette risultati utili consecutivi. Dov'è stata la chiave della svolta?
«Proprio quella partita. A Latina meritavamo almeno un pari, forse anche di più. Nonostante la sconfitta, è da lì che abbiamo preso forza. Abbiamo subito critiche, ma abbiamo reagito. E quei sette risultati utili sono figli di quella rabbia. Ora dobbiamo solo continuare, con umiltà e fame, sapendo da dove siamo partiti e dove vogliamo arrivare».
Si ritorna in campo fra due settimane. Come sfrutterà questo breve periodo di stop Maiuri e la sua squadra?
«È un bene. Ci permetterà di recuperare energie e lavorare su dettagli importanti. I ragazzi si allenano tutti con un'intensità ed un'attitudine che meritano solo applausi. Chi gioca, chi entra, chi resta fuori: tutti danno il massimo. Chi è stato oggi in panchina, sarà il primo E da martedì penseremo solo al Cerignola. Perché tra quindici giorni ci aspetta un'altra battaglia, e dovremo farci trovare pronti, con la “cattiveria” giusta e lo spirito da squadra vera».
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