Il Campionato della Cavese è terminato nel peggiore dei modi, secondo te in cosa si può ritrovare la causa di questa débacle che per certi versi è clamorosa?


"La delusione è ancora cocente, la sensazione è che un intero popolo si sia svegliato da un incubo. Per larghi tratti della stagione avevamo pensato che la Cavese avesse gli strumenti per governare il campionato. Il girone non era irresistibile, nessuna squadra mostrava le caratteristiche per dominare il torneo e quelle poche che hanno manifestato buoni spunti non hanno mai dato lo sprint per “ammazzare” il campionato. In quest’ottica sicuramente pesano sulla stagione della Cavese due o tre passi falsi che una squadra che vuole vincere il campionato non si deve permettere. Ma a mio avviso le cause sono più profonde. Nel mercato estivo la squadra non era stata allestita per favorire il 4-3-3 che Troise aveva già dichiarato e dimostrato di voler schierare, gli innesti del mercato invernale sono stati di qualità ma neanche sono andati in quella direzione. L’allenatore dal canto suo non ha plasmato il suo stile sugli strumenti a disposizione spesso costringendo calciatori, anche di una certa esperienza, a giocare fuori ruolo, con non poche difficoltà. Pessima la gestione dei cambi in corso d’opera: l’allenatore non ha quasi mai letto la partita ed i cambi sono stati difensore per attaccante (quando si vinceva) e viceversa, senza alcuna considerazione dello stile di gioco dell’avversario. Inoltre ci sono i fattori ambientali: direi una stampa troppo morbida (questa è certamente un’autocritica) nei momenti decisivi della stagione ed un ambiente poco sereno in circostanze apicali. Si salva ovviamente lo spirito del popolo blufoncé, che ha dimostrato anche stavolta di valere molto di più della categoria che la Cavese disputa".


La Cavese quest’anno è stata croce e delizia. Nonostante ciò ha ricevuto numerose critiche, come mai secondo te? 


"Il cambio alla guida della Società proprio a ridosso dell’inizio del campionato non ha giovato. Santoriello aveva fatto un ottimo lavoro, sia con il settore giovanile che con la prima squadra. Nonostante questo non era certo lodato dalla piazza. Almeno fino alla fine della stagione, non ho avvertito eccessive critiche né nei confronti del nuovo Presidente Lamberti, né nei confronti di giocatori e staff. Al contrario: gli organi di stampa ed in generale la piazza sono stati sempre assai indulgenti sia verso la dirigenza (e con questo intendo inclusa la direzione sportiva) che verso il mister. Era come se si temesse che criticare o evidenziare carenze avrebbe potuto rompere una bolla. In verità il fatto che la Cavese abbia condotto la classifica per quasi tutta la stagione aveva creato un’illusione di equilibrio. Quando poi la bolla è esplosa sono venute fuori tutte le contraddizioni che sopivano sotto la superficie". 

Con gli addii certi di Fusco e Troise, gli aquilotti dove potranno trovare la forza per ripartire da questo brutto colpo e cosa bisogna fare secondo te per riaccendere l’entusiasmo in quel di Cava?


"La Cavese dovrà ripartire dalle idee. Recuperare il senso di identità e la mentalità vincente che questa piazza ha da sempre. Non lasciarsi abbattere dalla sconfitta e ripartire con forza. Il DS dovrà essere bravo soprattutto a scegliere una linea ed a trovare subito dopo un allenatore che la sposi e la persegua. Non sarà facile. Al Presidente il compito ora di fare chiarezza: spieghi alla città ed ai tifosi quali sono gli obiettivi, il budget e le priorità. Sconsiglierei di rivedere i pian di investimento nel settore giovanile che tante soddisfazioni sta regalando e consiglierei di puntare su uomini di esperienza e di competenze sia in mezzo al campo (mi riferisco agli “over” sia nel segmento dirigenziale). La piazza reagirà sicuramente. Questa è Cava de’Tirreni. Non sarà certo una sconfitta a scalfire l’animo di un popolo abituato a soffrire".

Sezione: News / Data: Mer 21 giugno 2023 alle 11:20
Autore: Ugo D'Amico / Twitter: @DAM_Ugo1996
vedi letture
Print