Il derby tra Cavese e Benevento potrebbe essere tranquillamente una sceneggiatura da teatro diviso in tre atti: i primi due dedicati a quanto accaduto nei 97 minuti disputati, l'ultimo sulle vicende del post-partita. Ed è proprio in questo modo che proverò ad esprimere il mio pensiero sull'ultima gara di questo 2024 indimenticabile per i nostri colori.
PRIMO TEMPO SHOCK
Non mi vengono altre parole per definire i primi 45 minuti (+15 della ripresa) da parte dei ragazzi di Maiuri. Come spesso avvenuto nelle ultime uscite, se non si prende subito di petto la partita, si rischia di capitolare al primo affondo avversario. Contro il Benevento è stato così: un cambio gioco, un taglio centrale, tutti a stringere e Manconi lasciato solo soletto a segnare l'1-0. Di solito però, dopo aver preso lo schiaffo, la reazione c'è sempre stata: invece, un Konate al di sotto dei suoi standard commette un'ingenuità gigantesca, reattività collettiva in ritardo e Perlingieri fa 0-2 in modo troppo semplice dopo appena 18 minuti. C'è da dire che, oltre ad errori e prestazione non esaltante dei nostri, va dato il merito ad un Benevento che per almeno un'ora ha dimostrato perché è una squadra di qualità ed in testa alla classifica di questo campionato. I sanniti hanno avuto diverse opportunità (almeno 3) per chiudere i conti e mandare i titoli di coda in anticipo ma Boffelli e qualche imprecisione hanno mantenuto la Cavese in vita.
LA REAZIONE DI RABBIA E L'ARBITRO MADONIA
Poi però, come spesso accade nel calcio, se sprechi tanto, prima o poi rischi di essere punito. La Cavese, nel primo vero tiro in porta della ripresa, riesce a rimettersi in carreggiata con Saio, cambiando totalmente il volto della sfida. Infatti, dal minuto 66, fino al triplice fischio, sembrano essersi invertiti i ruoli. Gli ingressi di Diarrassouba e Fornito cambiano faccia alla squadra, costringendo il Benevento a fare le barricate e chiudersi nella propria metà campo fino all'ultimo respiro. Ma tra un po' di sfortuna (la parata di faccia di Manfredini su Fella) e poca freddezza sottoporta (occasione di Sorrentino e quella, gigantesca, di Diop al 95'), gli aquilotti non riescono a trovare un 2-2 che, alla fine dei conti, sarebbe stato un risultato meritato e giusto per quanto profuso. Un risultato che sarebbe stato anche il giusto premio per quanto visto sugli spalti con la tradizionale festa natalizia organizzata con fuochi pirotecnici e anche una richiesta a Babbo Natale di qualche trasferta in più concessa nel 2025.
In realtà, il 2-2 la Cavese lo aveva anche trovato ma, per motivi ancora non chiari, il signor Dario Madonia ha visto un fallo in attacco di Saio sull'avversario al momento dello stacco, con il pallone poi insaccato da Pezzella dal limite dell'area. Personalmente, nonostante diversi gettoni da ex arbitro dilettante, faccio fatica a comprendere il motivo della sanzione da parte del fischietto siciliano, anche in virtù di un metro di giudizio nel corso della partita che ha lasciato molto a desiderare (non inganni il 5-0 delle ammonizioni per il Benevento), permettendo ai sanniti di essere anche 'sporchi' in determinate situazioni dell'incontro tra spintoni, falli tattici e perdite di tempo. Mi piacerebbe rivivere la situazione a parti invertite per vedere quale sarebbe stata la decisione arbitrale..
Appellarsi comunque alla decisione arbitrale è riduttivo. La Cavese dovrà imparare molto da questa sconfitta: come dichiarato da Maiuri in conferenza, bisognerà ripartire dagli errori fatti nei primi 60 minuti più da quel che di buono si è visto negli ultimi 30' più recupero. Adesso ci saranno giorni per staccare un po' la spina: il 2025 dovrà essere l'annata dove ci si dovrà garantire la permanenza in C e dare continuità al progetto sportivo.
IL POST GARA CHE NON TI ASPETTI
Ultimo atto di questo racconto è l'epilogo finale. Il Benevento arriva a Cava reduce da una sconfitta pesante dal punto di vista psicologico e sfoga tutta l'euforia del momento al triplice fischio di Madonia. Si parte dal campo per poi proseguire negli spogliatoi: prima alcuni calciatori, tra questi Meccariello (reduce da un DASPO annunciato e poi revocato dalla Questura di Crotone), esultano rivolgendosi alla tribuna centrale in maniera troppo esuberante, poi al rientro nel tunnel due pugni sferrati nei pannelli che raccontano l'oltre centenaria storia a tinte biancoblù, per poi concludere con i danni ad una delle docce e prese di corrente nello spogliatoio giallorosso. Momenti sicuramente spiacevoli che non fanno onore ad un club che merita sicuramente il primato in classifica nel girone ma non il primato per comportamento al di fuori del rettangolo verde.
Infine, una nota per mister Auteri: ha sorpreso la decisione di dribblare (o snobbare) i giornalisti presenti in sala stampa al termine del match (eccezion fatta per la tv), tutti in attesa di fare una domanda e analizzare una bella partita con il tecnico avversario. Se fosse una scelta voluta di non farlo, non vi è stata comunicazione anticipata (e dunque una colpa da ricondurre all'ufficio stampa), ma il modo in cui si è diretto via dalla sala stampa, lasciando di stucco chi era presente, sicuramente non fa onore ad un allenatore di lunga esperienza, denotando una scarsa professionalità nei confronti della carta stampata e le testate online di Cava de' Tirreni.
Autore: Nando Armenante / Twitter: @NandoArm8
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