Usciamo dallo stadio 'San Francesco' dopo 90 minuti tiratissimi e conquistando un punto pesantissimo, ci vengono in mente quattro rapide considerazioni che desideriamo condividere con voi lettori.


STRATEGIA CONSERVATIVA - 

“I derby non si giocano, si vincono”. Quante volte l’abbiamo sentita questa massima? La Cavese, la sfida contro l’undici di Nappi, l’ha solo pareggiata, ma ha raggiunto l’obiettivo che si era prefissata. Di Napoli ha scelto una strategia di gara marcatamente conservativa, schierando in difesa uno accanto all’altro tutti i suoi corazzieri (Buschiazzo, Troest, Magri e De Rosa) e sacrificando un over in attacco, con il giovane Chiarella che ha preso il posto di Matteo Di Piazza, tra l’altro non al meglio della condizione fisica. 
Una scelta che, risultato alla mano, si è dimostrata efficace. Ovviamente, diversi sarebbero stati i giudizi, qualora il punteggio finale avesse arriso ai padroni di casa.

ASSISTENTE IN… FUORIGIOCO

Il gol annullato a Tuninetti è stato un palese errore del sig. Manni della sezione di Savona, secondo assistente dell’arbitro Maccorin. Il mediano rossonero va oltre i difensori aquilotti, solo dopo che la palla si è stampata sul palo alla sinistra di (un super) Boffelli; sul colpo di testa del compagno è tenuto in gioco da Foggia. Il regolamento parla chiaro. 
Un abbaglio grave, certamente, ma che fa parte del gioco. In Serie D non c’è la VAR e, dunque, l’errore umano resta ancora una variabile in campo. Da accettare, sempre.


VITTORIA AI PUNTI

 Si fosse trattato di boxe e non di calcio, ai punti la Nocerina avrebbe meritato la vittoria. Basta fare il computo dei tiri in porta e dare uno sguardo alle percentuali del possesso palla. 
La Cavese ha fatto poco o nulla per vincere. È stata aiutata anche dalla buona sorte, senza dubbio, ma il giudizio sul cammino complessivo della formazione cara al presidente Lamberti non sarebbe cambiato di una virgola, anche in caso di sconfitta. Il primo posto del girone G è più che meritato, per solidità e continuità di risultati. I campionati non si conquistano facendo la voce grossa negli scontri diretti, soprattutto quando le concorrenti non sono di numero elevato, ma vincendo con le cosiddette ‘piccole’. I Bleufoncé sia con Cinelli sia con Di Napoli, pur soffrendo, in certi casi, hanno sempre imposto la legge del più forte. In casa e in trasferta. Un particolare che, fin qui ha fatto la differenza.


IL ‘TRAILER’ DELLA FESTA.

 Ieri al ‘Simonetta Lamberti, quasi in mille hanno accolto con cori, sciarpe, e bandiere la squadra al rientro dalla vicina Nocera Inferiore.
Un anticipo della festa finale, l’ha definito qualcuno, non senza rimarcare, tuttavia, che al traguardo mancano ancora diverse tappe e occorre affrontarle con il coltello tra i denti.
La città ha voglia di festeggiare. Non lo fa da troppo tempo. Nel 2006 la gioia durò poche ore, per la tragica scomparsa di Catello Mari. Nel 2012, la vittoria ai play-off del torneo di Eccellenza del Città de la Cava, ultima ottenuta sul campo, passò (colpevolmente) sotto traccia, per le diatribe sorte all’indomani del fallimento della Cavese di Pino Spatola. La Cavese attuale, lanciata a vele spiegate verso il ritorno tra i professionisti, nacque proprio in quella difficile estate, grazie all’impegno di un manipolo di imprenditori, che mettendoci soldi e passione, evitarono al calcio metelliano di affondare nella palude del calcio regionale. 
È sempre bene tenerlo a mente.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 11 marzo 2024 alle 12:21
Autore: La Redazione
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