Che cos'è il trionfo? E il momento atteso da una vita alzare le braccia al cielo, chiudere gli occhi e farsi travolgere le emozioni, cercando le persone più care, quelle che hanno condiviso con te gioie e dolori, vittorie e sconfitte.

Mentre il Lamberti pieno come un uovo era sul punto di esplodere per la felicità, Catello e Sasà erano lì davanti alla panchina che si abbracciavano. Catello piangeva Sasa’ lo stringeva come se fosse suo figlio “Grazie mister“ solo questo riuscì a sussurrare.

Solo quando i giocatori del Sassuolo erano già sotto le docce, si aprirono anche i cancelli dei distinti e un fiume di gente si riversò sul rettangolo di gioco, poi i calciatori rientrarono negli spogliatoi per festeggiare coi dirigenti e per festeggiare la vittoria del campionato.

Mentre cominciavano ad arrivare anche i giornalisti, Catello si allontanò per andare dietro lo stadio, alle spalle dei distinti punto dove incontrò dei suoi amici più cari, Pasquale, per consegnargli la maglia numero 6 quella della promozione. Lo fece entrare e gliela diede. Pasquale gli regalo una maglietta blu a maniche lunghe degli ultras con la scritta “Non chinare mai la testa lotta per i tuoi ideali.” Catello la indosso subito.

Rientrò sul rettangolo di gioco e continuo a correre, ridere e scherzare. Tutti si facevano la foto con lui: ragazze ragazzi adulti e giovani. Tra i vari cronisti che si aggiravano nel piazzale all'interno degli spogliatoi, Dino Medolla era uno dei più giovani. Stava realizzando uno speciale per Obiettivo Cavese, la trasmissione che andava in onda il martedì sera su TV oggi non appena lo vide Catello si avvicinò.

Più volte era stato ospite a Salerno in trasmissione. Una sera partì da Rocca, e portò con sé l'amico Giacomo Falzone. Per l'occasione, Giacomo era andato dal parrucchiere e si era presentato con un eccentrico ciuffo scolpito dal gel. Era davvero inguardabile.

Mentre l'operatore fece partire la registrazione Dino e il Leone cominciarono a parlare amabilmente:

Allora, Catello stai cominciando a metabolizzare questa Serie C1?

"Ancora no, ancora no. È strano, è strano. Poi, sai, mancano ancora tre giornate, un altro mese. È il primo campionato che vinco, è una gioia talmente coinvolgente che ancora devo realizzare quest’impresa. A Cava non è facile vincere un campionato e noi abbiamo vinto con questa squadra che merita in un campionato importante".

Qual è il gol di Mari più bello in questa stagione?

"Sicuramente quello a Sassuolo. Su calcio d’angolo, mi sono coordinato, poi è andata la palla nel sette… È stato il gol del 2-1, bello, bello".

Viviamo il presente, festeggeremo di qui, credo, ancora per qualche settimana.. Ma il futuro di Mari?

"Sono legato alla Cavese con altri due anni di contratto e sono felice di restare qui. Cava mi trovo bene e mi sono affezionato. Poi sai, il pallone è rotondo, può accadere sempre di tutto. Sarà la società a decidere. Ma se dovesse dipendere da me, io vorrei mantenere fede al mio contratto".

Per il popolo metelliano la Cavese non è una semplice squadra di calcio. È ragione di vita. Non conta vincere. L’importante è dare l’anima in campo e sudare la maglia fino al novantesimo. Catello non era di Cava, ma aveva compreso in pieno quello che voleva la gente. Per tutti era un calciatore, un amico e un fratello. Per questo era tanto amato.

Sezione: News / Data: Mer 16 aprile 2025 alle 09:30 / Fonte: L'ultimo giorno del Leone. Di Fabrizio Prisco
Autore: Ugo D'Amico
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