Archiviamolo come ‘incidente di percorso’. 

Un passo falso, quasi fisiologico, dopo una striscia di risultati utili che andava avanti da tre mesi.

La Cavese solida e sicura di sé delle passate domeniche, quella che ha fatto tirare mezza volta in porta a due avversari brillanti e ben strutturati, come San Marzano e Romana, portando a casa punti preziosi, si è di colpo dematerializzata.

Senza segnali premonitori.

Semplicemente per 90 e passa minuti, il ‘meccanismo’ ha smesso di funzionare.
Fermo. Immobile.

In qualche modo potrebbe aver inciso il cambio di modulo (dal 3-5-2 al 3-4-3) e la rinuncia a un centrocampista in più in favore di una punta, ma - numeri a parte – la Cavese di ieri non si è salvata né per la forma né per la sostanza. 

La squadra di Cinelli è apparsa spenta mentalmente e fisicamente. Svogliata e indolente. Senza neppure quel sacro fuoco che, solitamente, ci aveva abituato a mettere in campo nelle partite più complicate.

Niente. Elettroencefalogramma piatto. 

Tutti assenti. Dal campo alla panchina. Chi è entrato a gara in corso ha addirittura fatto peggio di chi l’aveva cominciata.

Una Cavese troppo brutta per essere vera, che ha cercato di restare in corsa aggrappandosi alle giocate individuali e non al gioco di squadra, e che ora dovrà fare tesoro del brutto scivolone, così come accaduto dopo il k.o. con l’Atletico Uri di qualche mese fa, per ritrovare con immediatezza tutte quelle certezze che si era costruita nella seconda parte del girone di andata. 

I demeriti degli Aquilotti, ovviamente, non annacquano i meriti del Cassino, che è apparso migliore in tutto. 
Carcione e i suoi ragazzi si sono fatti preferite per approccio, condotta e gestione della gara. Semplicemente perfetti, dal primo all’ultimo minuto. Avessero trovato anche un altro golletto, nessuno avrebbe gridato allo scandalo.

Chapeau!

Nunzio Siani

Sezione: Editoriale / Data: Lun 15 gennaio 2024 alle 10:08
Autore: La Redazione
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