In concomitanza alla gara di Casarano-Cavese che si giocherà questa settimana,  in questi giorni verrà ricordato il nostro Leone Catello Mari e la nostra Cavese che vinse per 2-1 contro il Sassuolo e venne promossa in Serie C1 dopo 20 anni dall'ultima volta. 

Noi di Tuttocavese.com insieme all’amico e collega Fabrizio Prisco che ringraziamo per l’autorizzazione che ci ha concesso per avvicinarci all’anniversario della scomparsa del nostro Leone pubblicheremo con cadenza giornaliera qualche estratto del libro: “L’ultimo giorno del Leone, la leggenda di Catello, calciatore, amico e fratello”.

“Allora, Catello? Cosa hai deciso?”

“Non lo so, mister. Posso pensarci ancora un attimo?

“Ti sto proponendo di seguirmi in Serie C, in una piazza come Cava, e tu ci pensi ancora? Guarda, Catello, mi stai facendo incazzare. Ti do un giorno. Non uno di più. Poi cancello il tuo numero di telefono e non ti voglio più sentire”.

Sasà Campilongo, al telefono, era stato categorico, Catello era in imbarazzo. Il Siracusa di Apuzzo gli faceva una corte spietata e gli aveva offerto una barca di soldi. Per molti il suo passaggio agli aretusei era da ritenersi una pura formalità. Anche il direttore del Savoia Pannone stava pensando a lui per rinforzare la difesa. Le offerte, insomma non mancano. Quella della Cavese era la sicuramente la più bassa, ma la Serie C era la Serie C. Dopo l’ennesima telefonata del mister, Catello non dormì tutta la notte.

Al mattino, il padre lo trovò seduto sul letto con un’espressione stranamente corrucciata: “Non pensare ai soldi, Catello. Fa’ quello che ti senti. Sarà la cosa giusta”.

Ciondolò nella sua stanza ancora per un po’, poi prese il telefono e compose il numero di Campilongo.

“Va bene, mister. Sono dei vostri. Quando cominciamo?”

“Presto, Catello. Presto. Anch’io non vedo l’ora di iniziare…”

Prima di iniziare la nuova stagione calcistica, Catello si prese qualche giorno di pausa e andò in vacanza con la fidanzata Rosaria. Catello tornò rigenerato, appena in tempo per presentarsi al Simonetta Lamberti per il primo giorno di raduno e per sottoporsi ai test medici. Arrivò negli spogliatoi in tenuta da mare, con infradito, pantaloni corti, maglietta e un cappello traforato di paglia beige che aveva comprato in Sardegna.

Quando nello spogliatoio i suoi nuovi compagni lo videro con quell’insolito copricapo beige e le infradito, qualcuno rimane perplesso, Tony D’Amico, uno dei pochi reduci della sofferta salvezza dell’anno prima, insieme a Schetter, Panini, Abate e Scichilone e al giovane portiere Willy Carotenuto, pensò tra sé e sé: “Chi è stu napulillo? Ma dove ci presentiamo”.

I tifosi della Cavese, guardando i primi allenamenti, già mugugnavano, reclamando rinforzi: “Chi abbiamo preso in difesa? Catello Mari? “Non ha mai giocato in Serie C, ci vuole uno di esperienza. Lui, al massimo può fare la riserva”.

Molto presto avrebbero cambiato idea.

Sezione: News / Data: Gio 13 aprile 2023 alle 14:22
Autore: Ugo D'Amico / Twitter: @DAM_Ugo1996
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