Chi ben comincia è a metà dell’opera dicevano gli antichi. Per Raffaele Di Napoli, all’esordio sulla panchina aquilotta, i tre punti di ieri pomeriggio, arrivati al termine di una gara insidiosa e a tratti spigolosa col Gladiator, sono il miglior carburante per poter affrontare le prossime tappe di questo appassionato campionato, che si concluderà il prossimo 5 maggio.
La sua ‘prima’ Cavese ha ricalcato, almeno nella prima parte della gara, quella di Cinelli. Stesso modulo, stessi uomini e, tutto sommato, pure l’interpretazione non si è discostata dalle precedenti. 
È ripartito dalla solidità e dalla compattezza, per poi planare, a partita in corso, verso un’idea di calcio più sfrontata, per provare ad aprire una falla nella munita difesa ospite, che, cronaca alla mano, nel primo tempo si era fatta sorprendere solo nell’occasione dell’azione dalla quale era scaturito il calcio di rigore, poi fallito da Foggia. 
Trovare un punto di incontro tra solidità e pericolosità: è in fondo questo lo snodo fondamentale del lavoro della nuova guida tecnica, per consentire ai suoi calciatori di trovare anche nelle partite casalinghe quei guizzi capaci di scardinare le tattiche spesso rinunciatarie degli avversari.
Ieri la svolta è arrivata coi cambi. Degli uomini, ma pure dei principi di gioco. Di Napoli ha capito dopo pochi minuti della ripresa, che il Gladiator, schierato a specchio da Antonio Foglia Manzillo, difficilmente sarebbe andato in affanno continuando a proporre le stesse giocate proposte nella prima frazione. Bisognava cambiare spartito. E pure in modo radicale.
Così è stato. 
Con gli innesti di Tropea, Lops e Addessi, la Cavese si è distribuita sul rettangolo verde in modo diverso. Ha abbandonato la difesa a tre e soprattutto si è giovata della presenza di un uomo di raccordo tra la mediana e l’attacco. Ne hanno beneficiato subito Foggia e Di Piazza, fino a quel momento tanto generosi quanto improduttivi, ma più in generale ne ha tratto giovamento tutta la manovra.
A sinistra soprattutto, con la spinta dell’ultimo arrivato Tropea, gli Aquilotti hanno cercato e trovato lo spazio per inserimenti e cross ficcanti, quasi sempre letti male dalla retroguardia sammaritana. Proprio da una di queste percussioni è arrivato il gol-vittoria. Lo ha segnato Francesco Lops, con un tiro potente e preciso dopo un furioso batti e ribatti sottorete.
Gioia personale meritata per il ragazzino classe 2005, cresciuto nella Polisportiva san Gerardo di Corato, che Di Napoli aveva gettato nella mischia al posto di Zenelaj, per giovarsi proprio della sua capacità di inserimento e del suo piede caldo. 
Un gol pesante, che ha messo in discesa una partita che si era fatta complicata e sulla quale, nel finale, ha messo le sue mani – è proprio il caso di dirlo – pure Valerio Boffelli, che ha tolto dall’angolo alla sua sinistra un pallone reso infido da un’involontaria deviazione di Magnus Troest.
Una parata da campione, che ha evitato una beffa immeritata.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 19 febbraio 2024 alle 12:02
Autore: La Redazione
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