L’anno nuovo è cominciato nel segno della continuità ed è un buon segnale.


La Cavese vista all’opera contro la Romana ha confermato tutte le certezze acquisite e mostrate nel corso del girone di andata. 
L’avevamo lasciata solida e consapevole del proprio potenziale a dicembre e così ce la siamo ritrovati anche nella prima sfida del 2024.


Scontato? Forse sì, anche se il calcio è materia tutt’altro che scientifica. Tra l’altro ieri si ritornava in campo dopo due settimane di stop, che solitamente incidono e non poco sullo stato di ‘salute’ delle squadre, che proprio durante la pausa natalizia aumentano i carichi di lavoro per dar vita a quello che una volta veniva chiamato ‘richiamo di preparazione’.


Eravamo insomma preparati a vedere in campo una Cavese meno brillante sul piano fisico. Con tutti gli inconvenienti del caso. L’avversario di turno poi non lasciava proprio dormire tranquilli. La Romana di D’Antoni aveva chiuso il girone di andata con un filotto di risultati addirittura migliore di quello della stessa capolista, nobilitato tra l’altro dai successi esterni su campi difficili, tra cui quelli del Trastevere, della Nocerina e, soprattutto, del COS Sarrabus Ogliastra, secondo in graduatoria, superato con un prepotente 0-4.


Considerate le premesse, l’1-1 maturato all’Academy Sport Center di Roma è risultato da accogliere positivamente.
Cinelli, orfano in difesa dello squalificato Buschiazzo, ha varato la solita Cavese da battaglia. Come col San Marano ha preferito avvalersi di una pedina esperta in più in difesa (DeRosa), affiancando in attacco il giovane Chiarella a Foggia. Solo in corso d’opera ha rimescolato le carte, inserendo Polanco sulla corsia mancina e proponendo in avanti la coppia Di Piazza-Gueye, con quest’ultimo all’esordio in maglia bleufoncé.
La scelta è caduta in ogni caso sulla fisicità e non sull’estro, che avrebbero potuto assicurare gli innesti di calciatori come Felleca o Addessi, rimasti, invece, in panca fino alla fine. 


Ancora più verticale e meno manovriera, la Cavese della seconda parte di gara, che ha prodotto, però, in termini offensivi ‘solo’ la traversa colpita dal solito Urso, migliore in campo di giornata. In compenso la squadra non ha patito più di tanto le ripartenze dei padroni di casa, che hanno impegnato in una sola circostanza e dalla distanza il portiere Boffelli.


La classifica, dopo la prima giornata di ritorno, vede gli Aquilotti a quota 40, con 7 lunghezze di vantaggio sul COS, uscito vincitore dal derby sardo con l’Atletico Uri.
Qualcuno potrebbe storcere il naso, per i soli due punti conquistati nelle ultime due uscite fuori porta, sottolineando che, aritmeticamente, con una vittoria e una sconfitta, il saldo sarebbe stato più conveniente.
L’aspetto psicologico, tuttavia, non va trascurato. 
Essere usciti indenni da due campi difficili, anche per le loro peculiarità strutturali, come quelli di Palma Campania (col San Marzano) e Roma Settebagni, è servito a lanciare un segnale forte e chiaro alle concorrenti.


Questa Cavese è dura come l’acciaio e per batterla bisogna compiere una vera e propria impresa.


Messaggio potentissimo. 


Che va accompagnato dai 3 punti che mette in palio il prossimo delicato confronto con il Cassino.


Fondamentali.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 08 gennaio 2024 alle 14:57
Autore: La Redazione
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